A
Ferrara, ieri mattina, un gruppo di poliziotti aderenti al sindacato di
polizia Coisp, pochi per fortuna – una trentina- hanno indetto una
manifestazione a favore dei colleghi assassini, condannati in via
definitiva per l'omicidio di Federico Aldrovandi. Hanno deciso di
svolgerla, con chiaro intento provocatorio e dileggiatorio, sotto
l'ufficio della mamma di Federico, Patrizia Moretti. In pieno centro
cittadino. La gravità dell'accaduto mi ha scosso.
Ho
sempre seguito la storia di Federico, non proprio dall'inizio, ma
grazie alla professione giornalistica, da molto prima che ne facessero
un film e che la sua tragica fine divenisse di dominio pubblico. Mi
ricordo che mi colpì la storia di un ragazzo, del tutto simile a me, che
non tornò più a casa dalla discoteca, perché intercettato da una
pattuglia e ucciso sulla strada a suon di mazzate.
Ieri,
appresa da pochi minuti la notizia dell'inacettabile provocazione, ho
sentito il dovere, quasi la necessità di agire in prima persona, di non
lasciare che quest'ennesima violenza sulle vittime passasse come passano
tutte le altre notizie del giorno. Perciò
non ne ho scritto, come mi limito a fare di solito. Ho deciso di
metterci la faccia e la firma in prima persona, con lo scopo di impedire
che in futuro si ripetano fatti di una simile inaudita gravità. Ho
aperto una petizione online, che troverete alla fine di questo corsivo. Non mi spaventa la violenza dei violenti, ma il silenzio degli onesti – parafrasando Martin Luther King.
Federico,
purtroppo, è solo una delle tante vittime innocenti della ferocia di
certa parte della polizia e delle forze dell'ordine. Non solo lo hanno
ucciso, non solo i 4 assassini sono stati a lungo spalleggiati dai loro
colleghi, non solo I 4 fanno ancora parte della polizia. Ieri sono
arrivati al punto, come ha fatto il Coisp, di inneggiare a favore degli
assassini di un ragazzo. Questo è troppo, è inacettabile.
Non
sono una persona che conta. Infatti, ho provato a contattare per tutto
il giorno tutti coloro che potevano in qualche modo essere interessati a
condividere una petizione per chiedere alle Istituzioni di non limitarsi al riprovero degli agenti, ma di radiarli dalla polizia. Ho
provato a contattare Filippo Vendemmiati, il giornalista che ne ha
fatto un film – E' stato morto un ragazzo - , Giorgio Diritti e Daniele
Vicari, noti registi attenti alla realtà sociale, Cecchino Antonini, di
osservatorio sulla repressione, Beppe Giulietti di Articolo 21, il
direttore di Raitre, Andrea Vianello, il direttore di Repubblica.it,
Zucconi, rivoluzione civile, i 99 posse, un centro sociale, eccetera
eccetera eccetera. Nessuno tra questi mi ha risposto, o ha notato la mia
piccola iniziativa, che non era fatta per me, ma per non lasciare sola
Patrizia Moretti, vittima di questa aggressione. Questa vicenda mi ha
quindi ricordato che conto poco, che non importa quel che faccio, non
sarà mai rilevante per nessuno.
Anche Federico, era un ragazzo come me. Anche lui contava poco. Non
era una persona importante, di quelle che se parlano e magari sparano
una cazzata, tutti sono pronti sempre a battergli le mani, di quelle che
se un poliziotto gli torce un capello, è un atto grave.
Nella giornata di ieri mi sono sentito molto vicino a Federico, come
mai mi ero sentito prima. La sua vicenda personale ha scontato
l'indifferenza di tanti che si fregiano di essere attenti al sociale, ai
deboli e agli ultimi, ma così maledettamente disattenti nei confronti
di ciò che li circonda e nei confronti di quelle informazioni che non
arrivano dalla loro cerchia di persone “affidabili”.
Allora
che cosa ce ne facciamo delle parole del ministro degli interni
Cancellieri se poi a queste parole non seguono fatti concreti? Questi
poliziotti, pronti a prendere le parti degli aggressori e non
dell'aggredito, devono essere allontanati subito e con disonore dal
corpo della polizia. Non si può permettere che ancora una volta chi si
comporta così la faccia franca. Tra gli assassini di Federico e le
vittime come Federico, io scelgo queste ultime. E ricordo al Ministro
Cancellieri, al Presidente Giorgio Napolitano, al Presidente del
consiglio dei Ministri dimissionario Mario Monti e a quello che verrà,
che questi atti di polizia intimidatori non devono trovare spazio in una
democrazia, e men che meno in un Paese che si fregia di essere un Paese
civile, come il nostro.
Quella trentina di poliziotti, incluso europarlamentare Potito Salatto
che era con loro, hanno superato ogni limite – come ha ricordato la
stessa Patrizia Moretti. E per questo devono essere puniti
esemplarmente. Poco conta la solidarietà dei partiti, e le chiacchiere
sbiadite dei soliti noti. Solo il coraggio, ancora una volta, il
coraggio di Patrizia Moretti li ha fatti allontanare. Ella, insieme a
due colleghe, vista la provocazione, ha risposto portandogli davanti la
foto di suo figlio Federico, in un bagno di sangue. Una foto dura, molto
dura, che testimonia il pestaggio che Federico ha subito, una foto che
la fa stare male. I presidianti, non sono riusciti a reggere gli sguardi
della Moretti e quella foto. Pochi
istanti dopo si sono dileguati. L'arroganza che li contradistingue era
riuscita a non farli vergognare neppure quando, poco prima, era
intervenuto il sindaco Tagliani, che con fermo senso del dovere e
dell'etica, aveva chiesto loro di allontanarsi dalle finestre degli
uffici della madre di Aldrovandi. Il sindaco Tagliani, è l'unico da
elogiare, in questa brutta vicenda, insieme alla madre coraggio,
Patrizia, a cui va qualcosa di più delle solite vuote parole di
solidarietà.
Questa volta non devono restare impuniti. Firma e fai firmare la petizione per farli espellere dalla Polizia:
http://www.avaaz.org/it/petition/Fuori_dalla_polizia_chi_manifesta_in_favore_degli_assassini_di_Aldrovandi/
Ps: intanto Anonymous ha raso al suolo i siti del sindacato fascistissimo Coisp responsabile dell'accaduto
SIC SEMPER TYRANNIS !